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"Giancarlo Fornei, il coach delle donne. Aiuta le donne a vincere. Nello sport, come nella vita!" |
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Ultimo aggiornamento
Mercoledì 13 Dicembre 2023
Home >Articoli>L'importanza dell'essereumano nel mondo dei servizi Partiamo da un dato di fatto: nel mondo dei servizi la variabile principale è lapporto umano, esso rappresenta una fondamentale leva strategica. Possiamo affermare che il personale di contatto o di front-line (cioè quello che si relaziona con la clientela: ad esempio addetti alla reception di un albergo, segretarie, personale di vendita al bancone, barman, camerieri, commesse, ecc.) traduca in pratica tutti gli elementi del marketing-mix che compongono il servizio stesso. Il personale è, a tutti gli effetti, un elemento insostituibile per la realizzazione e la vendita del servizio finale. Questi rimane, in definitiva, lelemento chiave della traduzione in pratica della strategia di una qualsiasi azienda di servizi (sia essa unagenzia pubblicitaria, una casa di spedizioni, un hotel, un ristorante, unagenzia di viaggi, un bar, unagenzia assicuratrice, ecc.); poiché è leffettivo elemento che differenzia la vendita, lerogazione e la somministrazione di un servizio. Dunque, è lecito sostenere che tutto il personale di contatto deve saper gestire la comunicazione interpersonale nel migliore dei modi. Ma avviene effettivamente questo nel mondo dei servizi? Se aprissi un forum di discussione su questo sito e Vinvitassi a mandarmi le Vostre impressioni circa lultimo servizio che avete ricevuto, sono convinto che le esperienze negative supererebbero notevolmente quelle positive. A chi non è mai successo, infatti, di trovare personale sgarbato al ristorante? Oppure di non veder soddisfatte le lamentele al ritorno di una vacanza non propriamente riuscita e pagata profumatamente allagenzia? E ancora, di non veder sorridere mai una segretaria che ci riceve dietro il bancone di vendita di unagenzia assicuratrice? Fortunatamente non tutte le aziende di servizi hanno personale che opera in questo modo, ma il Gap tra la mentalità italiana (volta esclusivamente a vendere) e quella giapponese (volta ad applicare il marketing relazionale), è ancora enorme. Perché se è vero che il personale è un elemento insostituibile in azienda la maggior parte degli imprenditori continua a spendere ed investire unicamente nellarredamento, in pubblicità, in promozione, nellestetica dei locali, ecc. e non sceglie accuratamente ed investe nel personale? Perché la spesa per la formazione, la motivazione e lincentivazione del personale è ancora considerata da buona parte delle aziende italiane superflua? La risposta è facile: manca la cultura del fattore umano. Gli imprenditori dovrebbero avere più fiducia nei propri collaboratori ed investire su di loro; i collaboratori dovrebbero essere più disponibili nei confronti dellazienda ed assumersi maggiori responsabilità. Il percorso da seguire per giungere a questo fine non è certo facile, soprattutto perché richiede un cambiamento culturale non indifferente (specialmente in Italia). Iter non semplice ma, non per questo, irraggiungibile! Come si vede, il problema del cosiddetto fattore umano riguarda la direzione ed il coinvolgimento degli esseri umani. Il capo può e deve approfittare di tutte le moderne tecniche per mettere la persona giusta al posto giusto, controllandone il rendimento e potenziandola non soltanto con una paga adeguata ma con un costante e progressivo miglioramento del suo morale e del clima interno dellintera comunità di lavoro. È inesatto dire, come taluni credono, che basta migliorare il salario per ottenere maggior rendimento e soddisfazione sul lavoro. È risaputo che il denaro non basta a soddisfare le aspettative umane: luomo (o la donna) ha bisogno non soltanto di sicurezza morale e fisica, ma anche di sentirsi utile, di sentirsi riconosciuto, rispettato. Lasciatemelo dire: conosco molti imprenditori che non hanno mai lodato un dipendente in pubblico e, al contrario, spesso trattano male il personale davanti al cliente. Non è così che si ottiene fedeltà da parte del cliente e motivazione al lavoro dal dipendente. Luomo (ma naturalmente anche la donna) non è una macchina, è una persona e, come tale, vuol partecipare alla vita aziendale e comunitaria. Bisogna perciò motivarlo, incentivarlo e renderlo partecipe delle scelte aziendali. Non sostengo che debba partecipare alle scelte strategiche - quelle sono di competenza del management o dellimprenditore - però è giusto coinvolgerlo il più possibile. Purtroppo, la mentalità Italiana è ancora anni luce dietro quellamericana e giapponese. Eppure, pensate a qualsiasi struttura volta ai servizi: quanto è importante avere del personale motivato e predisposto allaccoglienza verso il Cliente? Quanto è importante avere delle persone che sorridono al Cliente e lo mettono a proprio agio? Quanto è importante avere dei dipendenti che sappiano trattare con il Cliente ed assumersi, alloccorrenza, delle responsabilità? TANTO (per non dire tutto). Dunque, in qualsiasi azienda di servizi, la gestione delle Relazioni Umane è affidata ad esseri umani (uomini e donne). A persone che con le proprie competenze, gestiscono i rapporti allinterno dellimpresa (tra management e dipendenti) oppure con il mercato (tra personale e clienti). Oltre alle proprie competenze professionali (per esempio: chi è alla reception di un albergo deve conoscere molto bene le lingue), queste persone devono, a mio modesto avviso, conoscere una componente assolutamente indispensabile, che esula da quelle professionali: devono saper trattare con la gente. Se volessi darvi le mie personali percentuali affermerei che le competenze professionali e le doti umane contano al 50%. Il concetto è chiaro: chi possiede una buona preparazione tecnica ed ha in più la capacità di sorridere, di suscitare entusiasmo, di coinvolgere la gente
sarà candidato al successo. Vi porto un piccolo esempio: io non sono un gran bevitore di caffè, ma quando sono con un cliente oppure voglio rilassarmi un attimo, mi reco sempre nel solito bar dove Max (il barista), appena mi vede mi lancia un buongiorno con un sorriso a 32 denti e prima ancora che abbia aperto bocca mi chiede al volo
.. caffè con un bicchiere dacqua per il signor Fornei? Vedete: Max non è il proprietario del bar e non è neppure un mago del caffè (il suo non mi sembra niente di eccezionale) eppure, prendere un caffè da Max è sempre un piacere. Perché Max Vi fa sentire a proprio agio: lui non Vi vende il caffè (che potreste prendere da unaltra parte), lui Vi vende il suo modo di porlo (che non trovate da nessunaltra parte). Sono convinto che i proprietari del bar hanno capito quali potenzialità abbia Max e se lo tengano ben stretto. Questo è un esempio di cultura del fattore umano. Se siete imprenditori e avete unazienda di servizi
.datemi retta: coinvolgete di più il Vostro personale, motivatelo ed incentivatelo. Fatelo sentire importante: renderà molto di più e rimarrà fedele al proprio posto di lavoro. Se invece siete dipendenti
stimolate il Vostro datore di lavoro e fategli capire che meritate fiducia. Non abbiate paura di assumervi nuove responsabilità e non fate come molte persone di mia conoscenza: alle 17,00 in punto fuggono dallufficio senza curarsi se il lavoro resta indietro o no. Sul lavoro Date tutto Voi stessi, fatelo con passione
.prima o poi, qualcuno si accorgerà di Voi. Alla prossima e scrivetemi a giancarlo@giancarlofornei.com Settembre 2002 Giancarlo Fornei - Consulente & Formatore Sei un tipo positivo? Ti appassiona il settore motivazionale? |
Giancarlo
Fornei - Formatore Motivazionale, Scrittore & Mental Coach - "Il Coach delle Donne"
Via Zamenhof 38 - 54033 Marina di Carrara (MS) - Toscana - Italy
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