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"Giancarlo Fornei, il coach delle donne. Aiuta le donne a vincere. Nello sport, come nella vita!" |
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Ultimo aggiornamento
Mercoledì 13 Dicembre 2023
Oggi, che si
tratti di guidare un partito, un’azienda o una squadra di
calcio, il concetto di leadership è decisamente cambiato. In
passato si pensava che i requisiti essenziali per diventare un vero
leader fossero carisma, intelligenza,
capacità di coinvolgere e motivare, ecc. Di
conseguenza si pensava che i buoni leader si servissero di un talento
innato per dominare e guidare le persone, per accenderne l’entusiasmo
e spronarne la volontà, oppure per conquistarne l’obbedienza. In pratica,
secondo questo punto di vista, un leader dotato di sufficiente
carattere e determinazione poteva trionfare su qualsiasi realtà
si trovasse di fronte. Ma negli ultimi anni, secondo una nuova
psicologia sociale, è emersa una nuova idea di leadership.
Dove, invece di assumere l’autorità
assoluta, un buon leader deve sforzarsi di comprendere i valori e le
opinioni dei suoi sostenitori, stabilendo con loro un dialogo
produttivo su ciò che il gruppo rappresenta e persegue, e
quindi, su come dovrebbe agire. Secondo questa
nuova tendenza sociale, un leader credibile deve collocarsi
all’interno del gruppo, non al di sopra. I tratti e le azioni
che compie devono essere adatti e tarati in funzione del gruppo che
vuole guidare. I migliori leader devono essere prototipi del
gruppo, vi devono appartenere e identificarsi con ciò che
distingue il gruppo da altri gruppi rivali. Persino il modo di
vestire dei leader può contribuire a farli apparire
rappresentativi dei gruppi che guidano.
Sarà, ma
non mi trova per nulla concorde. Forse non sarò un grande
esperto di psicologia sociale, ma credo che un vero leader, non
necessariamente debba appartenere al gruppo che vuole guidare e
conformarsi ad esso. E’ sicuramente un bene che sappia
ascoltare e comprendere i valori dei suoi seguaci, ma poi, a mio
modesto avviso, per essere un
leader deve avere il carisma e la capacità di motivare ed
accendere l’entusiasmo nella gente.
Il vero leader è
colui che sa infondere nella piazza il senso di appartenenza al
gruppo e contemporaneamente, ne diventa il punto di riferimento, la
bandiera. Il vero leader è un trascinatore, coinvolge,
motiva e guida la folla. Un
leader è riconosciuto tale perché unico.
Come può un vero leader non essere al di sopra del gruppo?
Come può un leader uniformarsi al gruppo? No. Non mi
convince questa nuova “visione sociale”. Continuo
a tenermi i vecchi leader di una volta, quelli che avevano un “sogno”
da trasferire alla gente. Quelli alla Martin Luther King, per
esempio, o alla Kennedy. Preferisco i leader che anche se non sono
appartenenti al mio gruppo, mi permettano di sognare e di credere in
un ideale. Tanto per non far
nomi, dato che siamo entrati in campagna elettorale, preferisco i
leader un po’ autoritari, che pur con tutti i difetti del caso
hanno carisma da vendere e creano un sogno nelle persone, a quelli
dalla faccia pulita, dalla sicura appartenenza al gruppo, che però
non stimolano le persone a sognare perché per primi, non hanno
sogni. E Tu? Che leader sei o che leader preferisci? Fammi conoscere
il Tuo parere scrivendo ad info@giancarlofornei.com Febbraio
2008 Giancarlo
Fornei Formatore
Motivazionale, Business & Personal Coach Per
approfondire: leggi l’articolo “I nuovi leader”
su Mente & Cervello di ottobre 2007. This site is maintained by Enxerio. |