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"Giancarlo Fornei, il coach delle donne. Aiuta le donne a vincere. Nello sport, come nella vita!" |
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Ultimo aggiornamento
Mercoledì 13 Dicembre 2023
Lascia un commento a questo articolo Uno degli Assiomi
più importanti della comunicazione recita testualmente: “Tutti
possono comunicare, ma non tutti sanno farsi capire”.
Volendo parafrasare questo Assioma e renderlo un po’ più
attuale, potrei dire: “Tutti
possono comunicare, ma non tutti sanno persuadere”.
Oggi, nel mondo
nevrotico in cui viviamo, non basta più comunicare, bisogna
“comunicare
persuadendo”.
Possiamo ottenere due risultati diametralmente diversi secondo come
formuliamo una stessa richiesta. Ho personalmente appurato che se
chiedo una cosa a mio figlio in un certo modo, ottengo una risposta;
se chiedo la stessa cosa in maniera diversa, magari aggiungendo una
semplice motivazione, ottengo una risposta diversa. Quella che piace
a me.
Robert B.
Cialdini, attualmente
professore di psicologia all’Arizona State University, una
delle massime autorità nel campo della “comunicazione
persuasiva”, afferma
che esistono sei diverse categorie di base, ognuna delle quali
corrisponde ad un diverso fattore psicologico, che orienta e dirige
il comportamento delle persone: la
coerenza, la reciprocità, la riprova sociale (o imitazione),
l’autorità, la simpatia, la scarsità.
Senza entrare nel merito che sia giusto o sbagliato usare tali
strumenti di comunicazione persuasiva, mi limito a fare dei brevi
esempi per ognuno di questi sei fattori psicologici.
Cominciamo con la
“Coerenza”.
Circa un mesetto fa, ho scoperto come Paola, mia moglie, sia stata
molto brava ad usare il principio di coerenza a mie spese. Per tutta
la settimana mi aveva fatto affermare che era importante che Mattia,
il nostro secondo figlio, facesse sport e andasse in piscina. Un
pomeriggio che Lei non aveva voglia di uscire, chiese a me di portare
Mattia in piscina, all’inizio borbottai un po’, dicendole
che ero impegnato in Studio ed avevo da fare ma poi, dovetti
desistere ed accompagnare Mattia dopo che Lei mi disse: “ma
come, hai decantato tanto i benefici di praticare una sana attività
fisica e adesso che puoi portare tuo figlio a farla, ti tiri
indietro?”. Mi
dispiace ammetterlo, ma mi aveva fregato. Mi aveva obbligato ad
essere “coerente con
le mie precedenti affermazioni sullo sport”.
Mi
ero preso un impegno “mentale”
e dovevo mantenerlo.
Le donne ne sanno una più del diavolo. Il principio di
“Reciprocità”
è tanto
semplice quanto efficace: chi
riceve un dono od un favore, si trova poi nella condizione di offrire
qualche cosa in cambio.
Uno degli esempi più lampanti è quando Ti rechi a fare
la spesa e magari passi davanti ad un piccolo banchetto con una
bellissima signorina od un bel fanciullo che offre assaggi (la
signorina serve per attirare l’attenzione dei maschietti, il
fanciullo, quella delle femminucce). L’incaricata di turno,
sfoggia un sorriso a 32 denti e nell’offrirti il campione
gratuito o l’assaggio, è gentile e cordiale. Tu lo
prendi ed inconsciamente ecco che entra in gioco la “regola
della reciprocità” ed
una percentuale altissima di persone si sente in “dovere”
di contraccambiare,
acquistando una confezione
del prodotto ricevuto in dono o in assaggio. E non è detto che
l’acquisto sia solo immediato, talvolta avviene anche nei
successivi giorni all’omaggio.
Il principio di
“Riprova
sociale” agisce
in maniera diversa: tutti
noi, chi più chi meno, usiamo anche questo mezzo per decidere
cosa è giusto, e cercare di scoprire che cosa gli altri
considerano giusto. Il
principio vale soprattutto quando dobbiamo decidere il comportamento
da tenere in un contesto aperto al pubblico, dove vi sono molte
persone. Se per esempio siamo al ristorante e tutte le persone nei
tavoli intorno a noi mangiano la pizza con le mani, dopo un po’,
per “riprova sociale”
anche noi adatteremo il nostro stile e molleremo forchetta e coltello
per prendere la pizza a morsi. Il fatto stesso che molte altre
persone facciano una certa cosa, o abbiano una certa idea, ci porta a
considerarla giusta ed interessante e, di rimando,
cominciamo
a farla anche noi, allineando il nostro comportamento alla maggior
parte delle persone che abbiamo intorno.
Tale principio diventa ancora più forte se
“queste
persone” sono
simili a noi.
Il principio di
“Autorità”
porta spesso ad
agire in modo increscioso e magari “non
voluto”
consciamente. Ne è un classico esempio le dichiarazioni,
proprio di questo periodo, di alcuni componenti dell’esercito
tedesco durante la seconda guerra mondiale che, chiamati a spiegare
le loro atrocità nei confronti della popolazione locale, hanno
detto che qualcuno glielo ha ordinato. Un’autorità sopra
di loro, ha ordinato tali crudeltà e loro, hanno
“semplicemente”
obbedito. Naturalmente, lascio alla Tua personale interpretazione la
parola “semplicemente”
e mi limito a farti notare come il principio di “autorità”
possa essere devastante. Siamo
educati sin dalla nostra nascita a pensare che obbedire all’autorità
riconosciuta e legittima è giusto, mentre disobbedire è
sbagliato.
Usiamo questo principio in
ogni contesto: in famiglia, a scuola, sul lavoro, nel sociale, ecc.
Del resto, oggigiorno, basta un titolo, uno status o una grandezza
apparente (un bell’abito, una bella macchina, una bella
posizione, ecc.), per fare di noi delle “autorità”
in un determinato campo e,
di conseguenza,
delle persone affidabili. Dopo le regole di
“persuasione”
sopra esposte, non Ti meraviglierai di certo nel sapere che
preferiamo acconsentire alle richieste di persone che ci piacciono e
ci sono simpatiche rispetto a persone di cui diffidiamo. Questo è
il principio di “Simpatia”.
Le persone di
bell’aspetto e simpatiche, hanno su di noi “un
potere persuasivo”
maggiore. Questo fenomeno, in psicologia sociale si chiama “Effetto
alone”; sembra che
le persone di bella presenza godano nell’immaginario collettivo
di caratteristiche positive: come talento, gentilezza, onestà
e intelligenza. Molte
ricerche hanno dimostrato che persone fisicamente attraenti hanno
migliori probabilità di essere “persuasivi e
convincenti”.
Laddove la bellezza non riesce ad aumentare il principio di
“Simpatia”,
entra in gioco il fattore “somiglianza”:
ci piacciono le persone
simili a noi, che vestono come noi, che parlano come noi, con gli
stessi gusti, con gli stessi interessi, con le stesse opinioni, ecc. In chiusura, ma non
da ultimo, il principio di “Scarsità”
che porta spesso le
persone ad agire ed acquistare delle cose semplicemente perché
hanno timore “di
perderle”. E’
paradossale, ma il timore di perdere qualcosa gioca un ruolo molto
importante nel processo decisionale di una persona.
Sembra che le persone siano più motivate ad agire dal timore
di perdere qualcosa anziché dall’opportunità di
un guadagno di pari entità. Quindi, desideriamo
maggiormente una cosa quando scarseggia, ma la desideriamo ancor di
più nel momento in cui dobbiamo entrare in competizione con
altre persone per averla.
I pubblicitari conoscono
molto bene questo principio e ci ricordano tutti i giorni di “correre
a comprare quella cosa”
prima che finisca. Riassumendo: siamo
subissati da messaggi e da persone che cercano, ogni giorno, di
persuaderci a comprare e/o scegliere qualche cosa. La pubblicità
ci bombarda di messaggi “palesemente”
persuasivi; i politici, quando ci parlano, usano un linguaggio
persuasivo; i telegiornali, spesso, usano messaggi “velatamente”
persuasivi. Insomma: dovunque andiamo, siamo invasi dalla
persuasione. Il libro di Cialdini può aiutare Te e tutti
coloro che vogliono approfondire l’argomento. Io l’ho
letto almeno tre volte e posso garantirti che Ti sarà molto
utile, sia a migliorare il Tuo processo comunicativo, sia a
difenderti dalla palese o velata “persuasione”
delle persone che hai accanto.
Chiudo con una
massima bellissima, di Walter
Lippmann: “Laddove
tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa un gran che”.
Ti auguro una splendida giornata. Gennaio
2008 Giancarlo
Fornei
Formatore, Business & Personal
Coach Bibliografia
consigliata:
Le
armi della persuasione,
di Robert B. Cialdini – Giunti. |
Giancarlo
Fornei - Formatore Motivazionale, Scrittore & Mental Coach - "Il Coach delle Donne"
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