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LA FITOEMBRIO-TERAPIA Articolo di Marco Stegagno La fitoembrioterapia, creata nel 1959 dal Dott. Henry, è basata sull'utilizzo di tessuti embrionali di alberi o di arbusti. Nella gemma di una pianta si ritrova la principale riserva di meristemi vegetali; i meristemi sono dei gruppi di cellule embrionali indifferenziati del vegetale. In vitro, una sola di queste cellule embrionalei può ricostruire la pianta nella sua totalità. Possiamo quindi paragonare la fitoembrioterapia all'utilizzo delle cellule staminali umane. In biologia, una cellula indifferenizata contiene grandi quantità di minerali, oligoelementi, vitamine, enzimi, fattori di crescita. In virtù di questa peculiari caratteristiche la fitoembrioterapia presenta potenzialità terapeutiche di gran lunga superiori alla fitoterapia in quanto in grado di sfruttare appieno le caratteristiche energetico-nutrizionali della pianta. La fitoembrioterapia fa parte delle terapie naturali di "terreno"; è in grado cioè di modificare, influenzandolo in maniera dolce e fisiologica, il terreno biologico del nostro organismo riequilibrandolo e rendendolo di conseguenza meno suscetttibile alla malattia.; il principio attraverso cui tale metodica raggiunge lo scopo, si fonda sulla valorizzazione biologica dei tessuti embrionali vegetali che, essendo in pieno potenziale di crescita e dunque di rigenerazione è in grado di rilanciare i meccanismo fisiologici di rigenerazione propizia alla salute dell'uomo. La fitoterapia classica pur avendo importantissime applicazioni salutistiche, basa la sua azione su un effetto terapeutico ottenuto da tessuti vegetali adulti differenziati determinando in definitiva il suo effetto terapeutico sulla base di un meccanismo simil-allopatico. Il vantaggio di ricorrere ai fitoembrioestratti è rappresentato da un utilizzo molto più dolce poichè i tessuti embrionali vegetali modulano le disfunzioni rispettando la fisiologia e senza alcun effetto collaterale rendendo tali prodotti applicabili sulle donne incinte, in età pediatrica e persino sui neonati. La fabbricazione dei fitoembrioestratti in virtù dell'utilizzo delle gemme è in grado di dotare il prodotto finito della concentrazione massima delle sostanze terapeutiche in esse contenute permettendone un utilizzo a più basso dosaggio; ciò grazie anche alla particolare metodica di estrazione che prevede la macerazione dei tessuti embrionali per venti giorni in un mix di solventi come acqua, alcool e glicerina in proporzioni uguali (33%). I differenti soventi estraggono i principi attivi biologici dal vefetale secondo il loro grado di solubilità: gli alcaloidi per l'alcool, gli idrosolubili per l'acqua e i liposolubili per la glicerina: ecco che così si riesce ad estrarre tutte le potenzialità terapeutiche di una gemma rendendole disponibili a scopo terapeutico. |
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