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FRONTIERE IN ONCOLOGIA Articolo di Marco Stegagno La ricerca scientifica si sta, lentamente , avvicinando ai principi propri della medicina biologica ( omeopatia e omotossicologia ) ; non so se in modo cosciente o meno, fattostà che la realtà è questa ed è suffragata dalla sperimentazione che individua nel sistema immunitario il vero responsabile della insorgenza del cancro. La base ( il "terreno" secondo l'omeopatia...) per lo sviluppo di tale patologia, sarebbe essenzialmente riconducibile ad un indebolimento di tale sistema che non sarebbe più capace di "riconoscere" la cellula malata, permettendone, di conseguenza, lo sviluppo. È bene sapere che esistono due tipi di immunità che consentono all’organismo di difendersi dagli attacchi batterici, virali e tumorali: l’immunità naturale aspecifica e quella specifica: nella prima i due capisaldi sono rappresentati dalle cellule Natural Killer che uccidono le cellule tumorali, e dai macrofagi (ogni giorno circa 100 milioni di macrofagi si immolano per difenderci da miriadi di aggressori) che svolgono una complessa attività di difesa in tutti i tessuti con produzione di citochine (interluchine, interferoni, etc…). La seconda, cioè l’immunità specifica consente di aggredire gli agenti estranei tramite il riconoscimento di speciali marcatori presenti sulla superficie di ogni cellula, cioè gli antigeni. Pertanto il sistema immunitario rappresenta l’unico baluardo naturale a nostra disposizione per controllare la continua crescita di cellule tumorali che si possono sviluppare nel nostro organismo. Di conseguenza, il tentare di potenziare il sistema immunitario potrebbe rivelarsi importantissimo ai fini di controllare lo sviluppo del tumore. In definitiva ci si trova paradossalmente dinanzi a due principi contrapposti: da un lato l’azione immunostimolante della terapie non ufficiali e dall’altro l’azione immunosoppressoria delle terapie citotossiche (chemioterapia). È importante sapere che la chemioterapia mandando in circolo delle sostanze fortemente citotossiche che distruggono sia le cellule malate che quelle sane, contribuisce a creare una situazione di immunosoppressione. Non a caso infatti i pazienti talvolta sono costretti a ritardare il ciclo di chemio successivo a causa dell’abbassamento improvviso dei globuli rossi e bianchi. Quindi, se partiamo dal presupposto che il primum movens della malattia neoplastica sia rappresentato dalla immunospprressione, la chemioterapia altro non farebbe che alimentare questo circolo vizioso di soppressione della nostra capacità di difesa , creando, paradossalmente, ulteriore "terreno" fertile alla ulteriore espansione della malattia. Il buon senso ( quello cioè che non tiene conto degli interessi economici, ma solo quelli del malato...) vorrebbe che le due correnti trovassero un punto d'incontro che permetta di affiancare alla "distruzione" della massa tumorale, anche il "rafforzamento" delle difese immunitarie, affiancando quindi al concetto di cura della malattia , quello della cura del malato. L'IMMUNOTERAPIA BIOLOGICA, rappresenta la frontiera più avanzata nella terapia del cancro. |
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