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LA PROTEZIONE E RISPETTO DEGLI OPERATORI REIKI DURANTE I TRATTAMENTI

Articolo di Fabiana Del Torto

Un buon operatore Reiki si accosta alla persona che richiede un trattamento con sobrietà , gentilezza e cuore aperto; colui che con  presenza e consapevolezza si dedica all'ascolto dell'altro ed esprime un atteggiamento amorevole e rispettoso. Un buon operatore Reiki però ha anche bisogno, soprattutto, di prendersi cura di sè: ascoltandosi, regalandosi del tempo libero, nutrendosi in modo sano, riposando in modo adeguato, coltivando un atteggiamento ottimistico, lavorando su se stesso ecc.¦ 

Un'altra cosa importantissima che l'operatore Reiki dovrebbe fare è evitare di aprirsi alle scorie energetiche altrui. Nel Reiki, come sappiamo, è assai facile curare gli altri in modo naturale: questa energia è intelligenza e consapevolezza, essa  sa cosa deve fare e come farlo. Considerando che ogni sintomo è un messaggio che il corpo dà  a se stesso, l'efficacia del trattamento dipende da quanto la persona, intimamente (inconsciamente) si autorizza a guarire attivando le sue risorse in base alla consapevolezza raggiunta. 

Per essere dei buoni terapeuti olistici occorre saper entrare in contatto con se stessi, aprirsi all'ascolto (all'introspezione) per rafforzarsi nel corpo fisico, per purificare il corpo emozionale ed eliminare il più possibile le proprie scorie energetiche, fino a poter trattare altre persone senza esserne contaminati. Quando si esegue un trattamento si realizza un contatto energetico tra persone, e per quanto Reiki sia pulito, esistono due persone protagoniste dell'azione energetica. 

L'influenza energetica può essere reciproca se non si effettua una sana schermatura e non la si gestisce adeguatamente.

E' fondamentale divenire coscienti di quanto sta accadendo. Per un operatore Reiki è importante mantenere distacco e lucidità  durante un trattamento. Operare nel campo dell'aiuto al prossimo non significa solo acquisire le tecniche adatte. Occorre anche dedicare tempo e intento per rafforzare la propria persona ed acquisire il necessario distacco al fine di tutelare la propria salute. Un insegnante olistico dovrebbe andare ben oltre la mera tecnica. Dovrebbe stimolare i suoi studenti a dedicare tempo e costanza all'apprendimento e all'applicazione di tecniche per coordinare e rafforzare il corpo fisico, il corpo emozionale e il corpo energetico, in modo da acquisire distacco e contemporaneamente mantenere la piena presenza. 

Visualizzare una luce protettiva intorno a sè è una buona cosa, ci sono molte varianti di questa tecnica ma questo non basta. Una barriera protettiva efficace non si crea solamente con un atto mentale: essa è il risultato di pratica, sforzo, disciplina e di un sano rigore. Più energia si riesce a mettere grazie all'allenamento, più impenetrabile diventa la barriera. 

La contaminazione può provenire da diverse impronte energetiche esterne, sia umane che ambientali di vario genere.  E' fondamentale allenarsi al distacco. Non è un banale concetto intellettuale, permette invece di evitare di entrare in risonanza con i problemi della vita altrui. Di fronte all'impeto dell'energia pesante che si potrebbe incontrare  durante un trattamento, l'operatore Reiki dovrebbe essere fermo nell'impedire di essere attaccato e "vampirizzato" energeticamente. Questo distacco richiede assai più sforzo di una semplice visualizzazione o della manifestazione della volontà, richiede superare anche una resistenza acquisita socialmente e vissuta come senso di colpa. Mai sentirsi in colpa perchè si è distaccati. Questa attitudine non è freddezza, piuttosto è non indulgere nell'importanza personale, nell'esaltazione dell'ego tipo: IO MI SACRIFICO PER GLI ALTRI. 

Questo distacco è profondo rispetto. 

Pur facendo del proprio meglio per aiutare il prossimo è opportuno non sentirsi colpevoli se i risultati non sono sempre quelli auspicati, è opportuno non sentirsi frustrati se colui che riceve il trattamento oppone resistenza energetica. Rispetto in questo caso significa non forzare una procedura energetica quando il ricevente (anche inconsciamente) non vuole essere aiutato o non è pronto in quel particolare tempo della sua vita a sostenere una determinata consapevolezza di sè. Non è corretto obbligare una persona ad accettare un aiuto, per quanto buono o meraviglioso possa sembrare. 

Ognuno di noi ha un grande dono:  il libero arbitrio, ognuno di noi può fare la differenza, può scegliere. 

Voler aiutare a tutti i costi una persona in nome dell'altruismo, della generosità  o della cooperazione, può diventare una misera forma di ostentato buonismo che mette in luce l' importanza personale, l'arroganza, l' eccessivo coinvolgimento in se stessi. L'incessante dialogo interiore è un grosso spreco energetico e limita la percezione. Lavorare attivamente per entrare in uno stato di silenzio interiore permette di mantenere uno stato di consapevolezza più elevato. E' sano durante il trattamento Reiki evitare di nutrire qualsiasi immagine o pensiero negativo e portare l'attenzione in modo disciplinato, silenzioso, sul distacco. 

Questo atteggiamento andrebbe praticato regolarmente finchè non diventi naturale permettendo la formazione di una preziosa barriera difensiva: IL CONFINE DEL RISPETTO. Creare, mantenere e rafforzare l'integrità  energetica è una questione di rigorosa disciplina e di volontà . 

"...nessun cliente, o meglio nessun essere umano, ha bisogno di essere salvato o protetto, anzi il desiderio o l'intenzione di salvare qualcuno tradisce sostanzialmente un atteggiamento arrogante (...) si può diventare un buon terapeuta se si lascia andare ogni idea su quale dovrebbe essere il risultato di una sessione e ci si rilassa assumendo un atteggiamento di indagine aperta, propenso all'esplorazione e alla sperimentazione e soprattutto consapevole di "non sapere."  

Da: LE RADICI DELL’AMORE, Svagito, Ed. URRA

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