Perché è
così difficile capire gli altri? Perché è così difficile sforzarci di capire
qualcuno? Come mai tendiamo a scaricare sulle altre persone le colpe della
nostra incapacità a comunicare e farci capire? Ed ancora, come mai per molti
di noi fermarsi ad ascoltare qualcuno, con sincera attenzione, è una cosa
così difficile? A te succede spesso? Ti è difficile ascoltare e capire le
persone che ti circondano? Rivolgo spesso, queste ed altre domande, alle
persone che partecipano ai miei seminari, oppure ai ragazzi delle scuole
superiori, dove ho il piacere di trasferire le mie esperienze. Che formuli
la domanda ad un target adulto o ad uno giovane, la risposta è spesso
identica: “Ma perché devo sforzarmi di cercare di capire io gli altri?”
Questa risposta, unita alla variante “Ma perché devo sforzarmi di cercare
di capire SEMPRE IO gli altri?”, è predominante nella maggior parte
degli esseri umani che ho incontrato.
La maggior
parte delle persone si lamenta di essere fraintesa o “non capita”, eppure
tende ad evitare accuratamente di fare degli sforzi “per cercare di
capire e farsi capire da chi hanno di fronte” e “delega” molto
volentieri quest’attività agli altri, giudicandola faticosa e spesso priva
di logica: “perché devo farlo io…..lo sforzo? Fallo tu!”. La gente
pensa che per capire una persona basti esclusivamente ascoltarla
meccanicamente “tendendo l’orecchio”, oppure crede che per farsi capire da
qualcuno basti unicamente usare la bocca, parlargli ed emettere dei suoni
chiamati comunemente “parole”. Magari, continuando a fare tutta una serie di
cose tranquillamente (mettere a posto; rispondere al telefono; scrivere;
leggere il giornale; ecc.), ripetendo alla persona che cerca di parlar
loro….. “parla, parla, ti ascolto”. In realtà, il loro corpo, il tuo corpo
fa dell’altro, la loro mente, la tua mente è altrove, concentrata sulla cosa
che stai facendo fisicamente e tu tendi debolmente l’orecchio verso la
persona che ti parla con la “presunzione” che questo basti a farti capire e,
soprattutto, basti a lei per sentirsi importante ed al centro della tua
attenzione. Credimi, la verità è molto più complessa: per capire veramente
qualcuno devi fare lo sforzo di andargli incontro, non soltanto fisicamente,
ma anche emotivamente, dimostrandogli vera attenzione, è come se tu gli
dicessi verbalmente e con il linguaggio del corpo: “Ok, Giancarlo, mi fermo
e ti ascolto, parla pure”. In comunicazione
quest’azione si chiama “Ascolto Attivo”, nella programmazione
neuro-linguistica possiamo chiamarla “Rapport”.
In realtà,
“entrare in rapport con qualcuno” è ancora più forte che prestargli il già
importante “ascolto attivo”. Entrare in “rapport” con qualcuno è molto
più della simpatia, è molto più della stessa empatia, è semplicemente
qualcosa di fantastico: è SIMBIOSI. Tu ascolti la persona che hai
davanti con interesse e gli presti tutta la tua attenzione, lo guardi negli
occhi e cominci ad accorgerti di alcune somiglianze, ascolti le sue parole e
cominci a vivere le sue emozioni, cominci a provare delle sensazioni
particolari, che vanno aldilà della semplice simpatia. Ad un certo punto ti
sembra di pensare come lui, muoverti come lui, essere simile a lui……insomma,
senza accorgertene sei “entrato in rapport” con la persona che hai davanti.
Pensa a quante volte ti è successo di incontrare persone, anche se
conosciute da poco, con cui stavi bene, veramente bene insieme. In realtà,
ti sembrava di conoscerle da una vita. Questo fenomeno è molto forte negli
innamorati, la prossima volta che ti capita di incontrarne qualcuno, fermati
a guardarli, nota cosa fanno, come si guardano, come si parlano, come si
toccano e come stanno di fronte l’uno all’altra, una sola parola: SI
IMITANO. Bene, quello che in natura accade sempre con gli innamorati e
qualche volta, quando incontri persone particolari con cui entri subito in
sintonia, si chiama appunto “Rapport” ed aiuta moltissimo a capire
chi abbiamo di fronte e, naturalmente, a farci capire dagli altri. Oltre
tutto, alla maggior parte delle persone piacciono persone a loro simili.
Tendono a circondarsi di persone che abbiano le loro stesse idee, le loro
stesse simpatie, addirittura le loro stesse antipatie. Molti scelgono il
proprio compagno, gli amici, le persone da assumere tra quelle che gli
assomigliano di più. E’ paradossale, ma se incontri 10 persone per strada
con il loro cane, 8 ti sembreranno simili al cane o viceversa, il cane
assomiglierà al padrone. In PNL diciamo: “Se io sono come te, ti piacerò;
e se ti piacerò, vorrai essere d’accordo con me”. Quindi, mi capirai ed
io ti capirò.
Adesso fai uno sforzo, ed apri
l’emisfero destro del tuo cervello ed immagina, per un istante, di essere
capace di “entrare in rapport” con le persone a comando, di scegliere
tu quando e con chi entrare in rapport (meglio lasciarsi anche la
possibilità di non voler entrare in rapport con qualcuno che ci è
particolarmente antipatico). Di quanto miglioreresti la tua capacità
comunicativa? Come cambierebbe la tua vita, in meglio o in peggio? Io
conosco già la risposta, avendo provato prima di te: la tua vita
cambierebbe notevolmente in meglio, grazie alla capacità che avresti di
sviluppare empatia e migliorare le tue relazioni interpersonali. Del
resto, nel corso delle mie esperienze quasi ventennali, ho imparato che ci
sono solo due modi per confrontarmi con le persone:
1.
mettere in evidenza le differenze tra me e gli altri, facendo quindi
notare ciò che mi divide da loro (io sono + bravo, sono migliore, ho
studiato di +, ho + esperienza di te, ecc.);
2.
oppure puntare sulle somiglianze, facendo leva sulle cose che abbiamo
in comune (anche se poche).
Ho capito a mie spese, e quando
dico a mie spese significa che ho pagato caro il mio sbaglio, che se punto
sulle differenze difficilmente riuscirò simpatico a qualcuno ed acquisirò la
sua fiducia. Anzi, probabilmente svilupperò l’effetto contrario
(l’antipatia) e sarà per me impossibile cercare di capirlo e, soprattutto,
farmi capire. Molto meglio puntare sulle cose che mi uniscono a quella
persona, a quelle persone, molto meglio cercare di “entrare in rapport”.
A questo punto, potresti obiettarmi che non è molto naturale, anzi, che
sembra costruito. Vorrei solamente farti notare che il “processo di rapport”
esiste già in natura, è parte dell’essere umano. Tu devi solo imparare ad
ampliarlo, facendo in modo che questa capacità diventi sempre più forte
dentro di te e ti permetta di vivere rapporti interpersonali migliori,
capaci di soddisfarti e soddisfare anche gli altri.
Quello che per me è importante
trasmetterti e farti capire, è che devi usare questa tecnica e/o capacità,
unicamente per fare del bene, o comunque in maniera lecita, che eviti di
creare danni agli altri. Migliora pure la tua capacità di capire e farti
capire, e contemporaneamente, prova a migliorare le stesse capacità anche
negli altri. Sii responsabile di quello che fai. Ricordati di ciò che diceva
Winston Churchill: “Il prezzo della grandezza è la responsabilità”.
Ti giunga il mio più cordiale saluto e se hai delle domande da pormi su
questo o altri argomenti, scrivimi ad
info@giancarlofornei.com farò
il possibile per rispondere personalmente ad ogni email.
Novembre 2005
Giancarlo
Fornei
Formatore & Personal Coach
Practitioner di PNL |