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Probabilmente,
definire il dolore…un “regalo”, potrà sembrare
quantomeno provocatorio, se non addirittura, una affermazione partorita da una
mente alterata… In realtà, nelle righe che seguono, vorrei fare qualche riflessione su questa entità (…il dolore, appunto ), così importante e diffuso da scatenare la ricerca farmacologica alla ricerca del farmaco ideale: in grado di togliere il dolore, riducendo al minimo gli effetti collaterali…tra l’altro, sempre e comunque presenti… Ma, in definitiva, cos’è il dolore se non una spia che si accende nel nostro organismo al fine di segnalarci che qualche cosa non va…allo stesso modo in cui la spia sul cruscotto della nostra automobile si accende, per segnalarci, ad esempio, che siamo in riserva di carburante… A nessuno di noi, verrebbe in mente di strappare i cavi che portano la corrente alla lampadina del cruscotto per ottenerne lo spegnimento, in quanto, sappiamo bene che, quella lampadina, accendendosi, ci ha risparmiato disagi ben più grandi, come quello di rimanere a piedi, magari in un posto sprovvisto di un’area di servizio per poterci rifornire di carburante; ragione per cui, non appena la spia si accende, provvediamo al più presto, a fare rifornimento di carburante al fine di determinare lo spegnimento della spia, ma in modo causale e non sintomatico… Allo stesso modo, quando compare il dolore, per quale ragione al mondo, dovremmo perseguirne la semplice scomparsa a seguito dell’assunzione di un farmaco anti-dolorifico, senza preoccuparci di risolvere la causa del dolore stesso? Quanta gente soffre cronicamente di cefalea, emicrania, dolori mestruali ecc…e cura tali disturbi mediante un approccio puramente “sintomatico” con i soliti farmaci anti-infiammatori, diventando così, farmaco-dipendente, senza risolvere il problema all’origine?... Il dolore, è quel meccanismo, meravigliosamente perfetto, che la natura ha messo a punto in milioni di anni di evoluzione, al fine di avvertirci che ciò che stiamo facendo non va bene, che il cammino intrapreso nella nostra vita, non è in sintonia con il nostro spirito e che, per il nostro bene, occorre, al più presto, esercitare un drastico cambiamento di rotta, al fine di riallineare sulla stessa strada maestra, il nostro corpo e il nostro spirito… Forse, ad alcuni, quello che ho appena detto, potrà sembrare un po’ ermetico; ma, un esempio, potrà meglio chiarire i concetti che ho espresso: mi riferisco, ad esempio, alla necessità di ascoltare il nostro cuore, cercando, nei limite del possibile, di fare ciò che veramente ci piace, ciò che veramente ci gratifica e realizza…senza raggiungere falsi compromessi con noi stessi, facendo il lavoro che più ci piace, sposando la persona che realmente amiamo e vogliamo, senza lasciarci condizionare da chi ci vuole consigliare o, perfino, imporre delle scelte…di comunicare, sempre, la nostra rabbia, le nostre pene, la nostra paura, la nostra ansia e, perché no, anche il nostro amore, senza mai trattenere al nostro interno le emozioni per paura o per quieto vivere, cercando, in definitiva, di realizzarci, assecondando quelle che sono le nostre naturali propensioni, fisiche e intellettuali…facendoci cullare e spingere in tale direzione dalla corrente del fiume, senza opporci ad essa, senza navigare controcorrente come un salmone; solo così, potremo riarmonizzarci con noi stessi, ed evitare di essere vittime di tensioni emotive, che, prima o poi sfocieranno, di necessità, in tensioni fisiche, in grado di accendere la spia del dolore. Ecco quindi, il motivo per cui, di fronte alla comparsa del nostro “amico” dolore, dovremo, senza mentire a noi stessi, fare una profonda riflessione, oggettiva e sincera, di quale o quali aspetti della nostra vita, non siamo soddisfatti e , provvedere al più presto a cambiarli. Persone malate di cancro, a cui erano state date poche settimane di vita, così facendo, sono riuscite a smentire ogni diagnosi medica, determinando la regressione della malattia e ad aprirsi ad una nuova vita, sicuramente più felice… Nulla viene per farci male, per farci soffrire…, il dolore ci colpisce quando perdiamo di vista la “nostra strada maestra”, e ci avverte di questo, al fine di spingerci a riprendere il giusto cammino, pena lo scontrarsi con una vita piena di difficoltà e di dolore senza fine. Ciò, è evitabile, a patto di essere “positivi”, di pensare vedendo sempre il bicchiere mezzo pieno, di sognare, e di essere convinti di potere realizzare i nostri sogni più belli. Non dico che mettere in pratica ciò che ho detto fino a ora sia facile, ma, se applicato con costanza quotidiana, il pensiero positivo e l’amore, diventano i più potenti “farmaci” antidolorifici. |
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un regalo che nessuno vuole