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Amati un po' di più
AUTOSTIMA? AMATI
UN PO' DI PIU' di
Giancarlo Fornei
Ti sei mai
fermato un istante a riflettere, a chiederti cosa pensi di Te? Ti sei mai
domandato se Ti piaci?; non se Ti piaci fisicamente, ma caratterialmente,
per quello che sei come uomo o come donna; se sei soddisfatto delle cose che
hai fatto, dei risultati che hai ottenuto e della vita che Ti sei scelto. Lo
hai mai fatto?! Io lo faccio spesso: anche più volte in un mese. Mi chiudo
nel mio studio e penso a tutte le cose che ho fatto in quel periodo (belle e
brutte) e che ancora vorrei fare. Penso a come sono e come migliorare (perché
ricorda: si può sempre migliorare). Alla fine, ogni volta, mi accorgo dei
molti errori, potevo fare meglio e di più, ma nonostante le critiche, ho
sempre una buona immagine di me stesso, insomma: continuo ad amarmi. Non
fraintendermi, non Ti trovi di fronte ad un irresponsabile che amandosi alla
pazzia ha gli occhi foderati del suo ego e si guarda allo specchio. Sono
molto critico verso me stesso, ascolto gli altri e riconosco spesso (non
sempre, altrimenti sarei perfetto) i miei errori. Ma cosa ci posso fare: ho
un alto valore di me, come essere umano. Insomma, mi piaccio e mi amo.
Qualcuno potrebbe scambiare tutto questo come i segnali caratteriali tipici
di un presuntuoso, di un arrogante, qualcun altro, invece, direbbe
semplicemente che ho un livello di “autostima molto alto”. Credimi, non
sono superbo ne tantomeno arrogante: bensì ho un’autostima molto forte.
La stessa che mi ha permesso di superare i momenti negativi della mia vita e
posso garantirti, ce ne sono stati tanti. Ma
che cosa è l’autostima di una persona? Uso una metafora
per darti la mia personale definizione di autostima: una “freccia che
ognuno di noi segue”. La freccia può andare verso l’alto o verso il
basso; di sicuro tutti noi abbiamo la nostra freccia: anche Tu. La
freccia si muove attraverso una scala di valori, che può andare da
un’autostima molto alta ad una molto bassa. Solitamente, chi ha
un’autostima molto alta (da non confondersi con la superbia), tende ad
eccellere nella vita (gli esempi sono talmente tanti che non basterebbe
un libro per citarli, uno su tutti: il grande Anthony Robbins), è
consapevole delle sue capacità, pensa sicuramente in positivo e non ha
paura di sbagliare ma, soprattutto, crede in se stesso ed in quello che fa.
Di contro, chi ha un’autostima molto bassa, è spesso convinto di non
valere nulla, di essere una persona insignificante, di non interessare a
nessuno. Questa persona non ha fiducia nelle proprie capacità, non potrà
che vedere le cose in modo negativo e, quindi, fallire con estrema facilità. Permettimi di
farti notare che non ho mai affermato che chi ha un’autostima molto alta
è per forza un vincente (le variabili che entrano in gioco sono talmente
tante che a volte non basta la sola forza che abbiamo dentro di noi) però, concorderai
con me che le probabilità che una persona possa diventare un vincente
aumentano sensibilmente nel caso in cui, questa stessa persona, creda in se
stessa ed abbia fiducia delle proprie risorse, insomma: abbia un po’ di
sana autostima. Voglio altresì farti capire che chi ha una buona
autostima, supera più facilmente i problemi che incontra sul suo cammino
semplicemente perché è portato a vedere le cose in maniera positiva, ha
fiducia nelle sue capacità e pensa alla soluzione del problema, anziché
farsi “cavalcare” dallo stesso. Viceversa, chi ha un’autostima bassa,
debole, è insicuro e preferisce non esporsi, spesso sfugge al problema,
rimandandolo o peggiorando la situazione, facendo finta di non vederlo. Come
si forma questa benedetta autostima? A mio modo di
vedere, l’autostima è l’insieme delle esperienze dirette e indirette di
una persona: delle sue credenze positive e negative, del suo modo di
pensare, dei suoi giudizi e pregiudizi, dei suoi valori, ecc.
Quindi, è il Tuo cervello, con tutte le varie esperienze
“filtrate” dai cinque sensi, che alla fine decide per Te. E’ lui che
decide se sei (o diventerai) un vincente o un perdente in base a tutte le
informazioni che con il passare degli anni ha filtrato; è lui che Ti dice
che sei capace o meno di fare una cosa, ed è sempre lui che Ti impedisce di
fare un passo importante per la Tua vita o carriera perché nella Tua
raffigurazione mentale, quel passo, lo hai già sbagliato. Mettila come
vuoi, ma è il Tuo cervello che comanda, non Tu. Tutte queste
“informazioni”, al Tuo cervello, come sono arrivate? Le varie esperienze
soggettive che “filtriamo” attraverso i nostri cinque sensi “vista,
udito, tatto, gusto e olfatto” (molte donne hanno il famoso sesto senso)
ci arrivano sin da bambini nella famiglia e poi, a mano a mano che
cresciamo, attraverso la scuola, il lavoro e il sociale. L’autostima
(alta o bassa che sia), dunque, comincia a crearsi sin dai primi giorni
della nostra vita, perché la famiglia gioca un grosso ruolo nel sistema
informativo della persona e quindi, influisce sensibilmente sulle credenze e
sui valori che questa persona “costruirà” con il passare degli anni. Credo fermamente
che uno dei doveri più importanti di un buon genitore sia di aiutare i
propri figli a crescere con la consapevolezza di potercela fare; sin da
piccoli, i bambini debbono essere educati all’autostima, a pensare in
positivo, di potercela fare, a credere in se stessi e, se mi è permesso, a
credere anche negli altri (non sono tutti degli orchi). Naturalmente,
con la piena consapevolezza che la vita è difficile e non sono tutte rose e
fiori e che quindi, vi potranno essere dei problemi (ma ogni problema può
essere superato, lo dimostra la storia dell’uomo). Mi rivolgo anche agli
insegnanti delle elementari, delle scuole medie e superiori, per poi
arrivare ai professori universitari: dopo la famiglia, la scuola è il luogo
più importante dove i nostri figli crescono e maturano, sino a diventare
adulti. Queste persone hanno un ruolo delicato, molto importante,
impegnativo. Oltre ai fondamentali della cultura, oltre a trasmettere il
sapere, consiglierei loro di “aiutare a crescere caratterialmente” i
ragazzi. I giovani hanno bisogno di dialogo, di essere ascoltati, motivati,
incitati e persino capiti. E se sbagliano, di essere ripresi e puniti, ma
non colpevolizzati. Mi hanno sempre
detto “sbagliare è umano” ed ho scoperto, con l’esperienza, che chi
non sbaglia mai probabilmente agisce poco o nulla. Personalmente non conosco
nessuno (neppure i grandi vincenti) che non abbia sbagliato almeno una volta
nel corso della propria vita. Sapessi quante volte ho sbagliato io.
Sbagliare è umano e non c’è nulla di male in un errore, anzi, errare
permette alla persona di accrescere le sue conoscenze e dall’errore,
apprendere l’antidoto per non sbagliare la prossima volta. Naturalmente,
se errare è umano, perseverare è diabolico. Riassumendo: l’autostima
di una persona è data dall’insieme, diretto (il suo modo di filtrare
le informazioni attraverso i cinque sensi) e indiretto (le
informazioni trasmesse dagli altri: casa, scuola, lavoro, amici, ecc.)
delle sue credenze, dei suoi valori e dei suoi pensieri, raccolti nel corso
della sua vita. La mia ricetta
per accrescere l’autostima? Semplice: riscopri il piacere di amarti, di
volerti bene anche se commetti degli sbagli. Smetti di aver paura di non
farcela. Se vuoi che il mondo intorno a Te cambi, non lamentarti, ma agisci.
Giorno dopo giorno, goccia di autostima dopo goccia, provaci e riprovaci ed
ancora provaci. Termino con
una bellissima frase del filosofo romano Seneca: “Se sei un uomo,
ammira coloro che tentano grandi cose anche se poi falliscono”. Ti
giunga il mio più cordiale saluto e se hai domande da pormi su questo o
altri argomenti, scrivimi ad info@giancarlofornei.com
farò il possibile per rispondere personalmente. Aprile 2005 Giancarlo
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