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NEONATI DA MADRI CON INTOLLERANZE ALIMENTARI: QUALI SINTOMI? di Marco Stegagno
Come può
un neonato essere "afflitto" già dalla nascita dal problema delle intolleranze
alimentari? Tutto ruota attorno al corretto o meno equilibrio nutrizionale della madre al momento del concepimento e da come ella si nutre durante la gravidanza stessa; se la madre è portatrice di determinate carenze vitaminico-minerali, che sono alla base dll'insorgenza delle intolleranze ( vedi mio articolo sull'argomento..), il neonato si troverà nella condizione di "ereditare" suddette carenze alimentari che si appaleseranno al momento dello svezzamento, con l'introduzione delle prime "pappe", con sintomi svariati come insonnia, irrequietezza, coliche gassose, crescita ridotta, ecc..... Le donne, arrivano al concepimento, dopo essersi alimentate per diversi anni con un cibo di scarsa qualità e quindi con dosi di vitamine e minerali inferiori alle dosi raccomandate, e, per giunta, sottoposte a fattori che aumentano i fabbisogni nutritivi vitaminico-minerali come la pillola anti-concezionale, stress lavorativo, precedenti gravidanze... Al momento del concepimento, la concentrazione tissutale,e non plasmatica, dei vari micronutrienti è fondamentale: infatti, nei primi stadi dello sviluppo dell'embrione, non essendo funzionante la placenta, che successivamente permetterà di "concentrare" i micronutrienti a favore del nascituro, questi devono passare direttamente dalla mucosa uterina all'embrione . E' risaputo,che, una riduzione di folati è causa di malformazioni e che i tassi di zinco e magnesio , scendono progressivamente durante la gravidanza. Le ragioni per cui in gravidanza si intensifica il fabbisogno dei micronutrienti sono da ricondurre alla costituzione delle riserve micronutrizionali del bambino, all'espansione dell'utero e delle ghiandole mammarie. Recenti studi dimostrano come la carenza di vit.B6, è un fattore primario di intolleranza ai carboidrati; il magnesio, svolge ruolo fondamentale nell'utilizzo del glucosio, inoltre, viste le sue rinomate doti anti-spastiche, riduce il rischio di falso travaglio e di crisi tetanica durante il parto. Per quanto concerne il nascituro, una integrazione di zinco durante la gravidanza, permette di ridurre l'incidenza del ritardo della crascita intrauterina e lo scarso peso alla nascita. Il magnesio è un altro elemento essenziale; le gravide che lo assumono, danno alla luce neonati di peso maggiore, più alti e con circonferenza cranica più sviluppata. Affinchè ciò avvenga, è opportuno iniziare l'integrazione già dal primo trimestre. I livelli di B6, scendono progressivamente durante la gravidanza, e specialmente in quelle donne che hanno fatto uso di contraccettivi orali ( molto comune!!!! ) . La somministrazione di questi elementi durante la gravidanza, permette di alzare il valore dell'indice di Apgar ( indice d i vitalità del neonato ) e di ridurre la frequenza di convulsioni del neonato. Addirittura, nelle donne sottoposte a suddetta integrazione ( lo studio fa riferimento ad una casistica di 87 donne ) il parto è sempre stato spontaneo, e cioè, in nessun caso si è dovuti ricorrere all'esecuzione del taglio cesareo, e nei bambini nati dalle suddette madri, si sono azzerate le problematiche di insonnia, coliche gassose e di irrequietezza. Concludendo, emerge prepotentementelanecessità di sottoporsi ad un test di intolleranza alimentare e di sottoporsi ad adeguata integrazione nutrizionale, nell'interesse proprio e del nostro bambino. |
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